IL BRIDGE

LE SATIRE

LA BRIGGEADE

Satira cattivella e maliziosa
ben poco adatta a gente permalosa
ove si tratta di bridge e giocatori
pensata e scritta da Paola PITTORI

S'io fossi Omero, facile sarebbe
chiedere lumi alle muse e poi narrar
le gesta degli eroi del panno verde.
Ma, ahimé, non son quell'ispirato vate,
né la mia vena può, agile, passar
tra Slam, tricolori e bilanciate,
ma quando quell'infido colonnello,
sotto le spoglie d'innocente agnello,
ci invitò a giocare una partita
e festeggiar così la sua Margherita,
fummo subito preda di fameliche bocche,
all'apparenza innocue nel parlarti.
ma pronte poi nel gioco ad azzannarti
per realizzar il Grande Slam a picche.

Fu dunque allor che, ignaro mio marito,
un malizioso e perfido prurito
cominciò a serpeggiarmi per la testa,
quello di raccontar, allegramente,
gli atroci vizi, le virtù e le gesta
che nascono a Castel Balocco sul quadrato verde.

II briggista, si sa, è assai cortese,
cosa dovuta certo all'origine inglese,
ma la virtù appare soprattutto
se il compagno, contrato, va tre sotto;
tu lo vedi composto e sorridente
nel simular l'istinto suo evidente:
quello di strangolare il poverino
che ha giocato da emerito cretino.

Cominceremo dunque da due dolci donzelle
che, con i loro occhioni acquamarina,
segno indiscusso di beltà divina,
si atteggiano ad innocue pecorelle.
L'una ti parla della nipotina
E, mentre tu impassi il Re, dà la cartina;
poi con unghiate mani, tutt'a un botto,
prende al secondo giro e tu sei sotto!
L'altra, non men leggiadra nell'aspetto,
gioca d'impegno e tu, senza sospetto,
pensando che il suo sofferto passo
volesse dir che non aveva l'Asso,
ti sei chiamata il Grande Slam a cuori
certo che il tuo compagno ha l'Asso di fiori.
Ma lei com'è solerte nel fare cappelliere
si tira fuori l'Asso e lo prendi nel sedere!

C'è un'altra bionda e docile consorte
che un giorno apprese il brigge, pena la sorte
di vedere il marito solo a letto
molto arrabbiato perché è andato sotto,
non già come amorosa posizione,
bensì passando il Re, dopo un'esitazione,
furioso d'aver perso anche la Dama
mentre ansimante il palo suo lei brama.
Ma il poveretto è proprio li ch'è corto,
così, quando lei gioca, lui fa il morto.
È inutile il tuo gemere Margherita
tanto non la conclude la partita!
Ma alfin la tua vendetta giunse un dì
quando gli hai stampato 5 Quadri, contrate, m.i.

Sebbene io sia di Lui la moglie amata,
agli Dei chiederò rima ispirata,
perché dell'Amor mio, gioia e tormento,
mi appresterò a narrar l'insolito talento.
Ah!, s'io non avessi un dì a lui mostrato
le gioie ed i piacer del gioco amato!
Tosto ei surclassò il mio sudato ingegno
fece di me e del brigge incontrastato regno.
È inutile avversari che tentiate
di realizzare la man, tutti beati
che "a senza" lui attacca di forchetta,
tanto c'è il suo compar che lo porta in vetta.
Poi tutti si domandano con gran stizza
perché, quando lui vince, a me vien l'itterizia!

Spaziando or libera la mente
fra le divine virtù di cotanta gente,
come potrei scordar la sora Alfreda
che, par, sia d'ogni maschio sempre lieta.
Or io non so se perché è al sesso
che quando gioca, pare, pensi spesso;
certo è che in petto un foco le si accende
mentre lei gioca il Re, poi sulle gote ascende:
così che intanto l'occhio tuo distratto
perde di vista il fine del contratto.
E quando vai a contar le QUATTRO PICCHE
non ti ritrovi più le levée già fatte.

O Muse, o alto ingegno, or m'aiutate,
come disse il Poeta, nostro vate,
perch'io ora parlerò del sommo eletto,
giocatore di brigge, uom d'intelletto
che d'ogni vittoria si fa vanto
non del riuscito Slam, ma d'esser santo
nel sopportare colui che in quel momento
è suo compagno, ignaro del tormento
che ogni carta giocata gli procura
tal che sul volto si stampa la paura!
È Lui, il mio Maestro, guida paziente
che dall'angoscia ti toglie immantinente:
se non sai se giocar TRE CUORI o QUATTRO
vai sul sicuro e scegli il buon contratto
tanto la presa in più la trovi col suo attacco!
Se poi qualcun lo chiama: "Direttooore!"
gode fra se e gongola al sentore
delle penalità da dare a quell'ignaro
che si morde la lingua e inghiotte amaro.
Ma c'è un momento in cui non fa parola
ed è quando lo prendi per la gola:
perché davanti ad un cannolo od al risotto
sta zitto pure se, in zona, contrate, vai tre sotto!

Sappi tu ora, gradito ascoltatore,
che c'è a Castel Balocco un bravo giocatore
che, settant'anni or sono, fece un'arte
del sorpasso e dello squizzo delle carte.
Ma ora perché brillo o forse per salute
non si ricorda più la grazia e la virtute
con cui giocava "a senza" o "a colore"
e ti regala contratti a tutte l'ore:
caro Ingegnere, ti guardo con diletto
mentre tu pensi che Lui stia ancora eretto.
Togli perciò i tuoi occhi dai miei seni ardenti;
pensa piuttosto a rinfilarti i denti!

Colei che segue adesso è assai cortese,
fiera nel tratto e d'essere olandese;
ma invece di mostrarsi corrucciata
potrebbe farsi, a volte, una risata.
Quando a giocare alfin ella s'appresta
non ti rimane più un capello in testa!
Ne sa qualcosa Rino, poveretto
che li ha strappati quando è andata sotto.
Non mi dilungo ancor per discrezione,
ma Lui ricorda ancor con gran magone,
quando castane o brune oppure bionde
si pettinava le sue ciocche ad onde.

Cercando col pensiero a destra e a manca
ricordo un personaggio sopraffino,
è il mago del tip-tap, quel Nino Stanga
che, più che giocator, è ballerino;
usa la leggiadria con cui si muove al passo
di tanghi e di marenghe per tentar il sorpasso:
lancia la carta in aria e le fa far tre giri,
poi la riprende al vol, traendo due sospiri,
cosicché tu estasiato da cotanta movenza,
miri l'anca sinuosa e regali TRE SENZA.

Dovete ora prestar più attenzione,
giacché si parla di più illustre campione,
tanto che le superbe note or or narrate
vengon da Lui totalmente oscurate.
Alto, bello, atletico ed abbronzato,
si, parlo di Marcello, attore consumato.
Non ti rammento, dice, nel vedermi
Spartaco o Robin Hood sugli schermi?
Certo le sue sembianze son cambiate
a giudicar il viso dalle rughe segnate:
ecco perché quando è in torneo egli brama
qualcuno che ricordi la sua fama.
E guarda attorno gli altri giocatori
sperando ancora in vecchi ammiratori.
Così facendo, però, sbaglia l'attacco
e invece di DUE PICCHE ne fai QUATTRO!.

Per i virtuosi il brigge è un gran bel gioco
ma può accader che a volte piaccia poco
a chi ben altri grilli ha per la testa,
quello di guardarti e farti già la festa.
Tra noi ce ne sta uno ch'è di Carrara
che gioca poco e non fa mai una gara.
Lui ti sorride con aria un po' distratta
di chi vuol ballar quando non c'è la gatta
mentre al Club scorta la Ludovica
che resta lì a giocare con l'amica.
Ben conscio dell'effetto soporoso
che il bridge fa pure sul vigoroso,
tranquillo se ne va senza magone.
Ma non l'hai letto, tu, Guido Barbone?
Non sai che da una indagine piccante
par che le donne si bagnino all'istante
quando con sensuale eccitazione
portino a compimento la licitazione?
Perdonami perciò questa malizia
ed accetta il mio consiglio in amicizia:
resta al Club e trattala con pazienza
quando la Ludovica tenta SETTE SENZA !

Ora Signori miei dovete stare attenti
perché ci sono qui due teneri elementi.
L'uno, molto gentil, ha nome Lanfranco,
l'altro è la "dolce" Mary lì al suo fianco.
Or non vorrei mi manchi la favella
perché di tutti noi son la coppia più bella,
non già per la beltà della lor fattezza
ma perché infondono un po' di giovinezza
a quei due "ragazzetti" scelti per compagni.
Lei pena con Gianna, ottant'anni,
Lui se la spassa con Vecchioni.
Ma non vi siete rotti i …. palloni?
Che dite voi, lo fanno per amore,
per la santa virtù del buon pastore,
oppure, per quanto cerchino qualcuno,
con loro a bridge non gioca mai nessuno?

Ogni tanto a Castel Balocco esce una nuova legge
fatta per frastornar il nostro gregge di gente
ancor civile e molto rispettosa,
tanto per animar la serata noiosa.
Mentre dell'avversario chiedi le convenzioni,
ecco tuonar l'elenco delle infrazioni:
"Per ogni sigaretta che hai fumato
di cinque punti sarai penalizzato!"
"Se non sei Socio ed osi far parola
ti metto due come se fossi a scuola!"
"Se giochi il turno in sala fumatori
e viver vuoi, usa i respiratori!"
Nel brigge il gioco di eliminazione
viene operato, pria che sulle carte, sulle persone,
ma quando il gioco diventa malattia,
non resta che il ricovero in corsia!
Ahimè, non c'è vaccino contro la gente infetta,
c'è solo la creanza che il Galateo ti detta.

Con tanto declamar e frizzi e lazzi
c'è da pensar che siamo tutti pazzi.
Ma ancor qualcuno in questa compagnia
non è poi proprio da buttare via.
Se rammentate i quadri di una volta,
con la sua aria terribilmente assorta
Beltreck ricorderete di sicuro
pur se qualche volta vola un "vaffanculo"
rivolto alla consorte che a mo' di "Berengaria"
eroina del bridge leggendaria,
le chiome sciolte sull'affannoso petto,
non fa TRE SENZA, manco se ce n'ha OTTO.
Difatti Lui dichiara solo quello
da quando s'è confuso in un bordello
il giorno che una mignotta un po' spavalda
gli disse: "Daje, che senza Hatù vie' più gajarda!"

Ora vorrei parlare di Mario ed Angelita
più che di poppe Lei di culo è ben fornita;
il che non guasta se brami il primo posto
sempre che il tuo compagno ti risponda tosto.
Sull'attacco di due Lei passa il Fante,
poi conta nove prese in un istante
e conta TRE SENZA a menadito
purché però non giochi col marito.
Lui s'arrovella e tenta impasse invano
tanto che Lei, amorosa, se lo portò a Chianciano,
sperando che nel ber le sante acque,
facesse almeno UN FIOR, come a Dio piacque.
Ma lui andava sotto ad ogni mano
così fuggì in Brasil o forse più lontano.
Che ci vuoi far, mia cara Angelita,
non basta il mondo se fuggi da una vita!
Torna perciò senza preoccupazione
e facciamo noi due una transazione:
se, armata di pazienza, tu giochi col mio Ilario
io ricambio la stessa e mi spupazzo il Mario.

Siamo ormai sul finir di questa rima,
ma non posso concluder senza prima
raccontarvi di me, la più esigente,
che regala contratti a tanta gente.
Leggo, ripasso, studio percentuali
e poi faccio gli errori più banali.
A1 mio compagno n'ho fatta una tremenda,
per cui s'è sparsa all'aria 'sta leggenda:
se giocan TRE CUORI contrate da me,
gli avversari di sicuro fan pure la surlevée.
Ora di notte ho spesso una visione,
quella di gareggiare in promozione;
poi mi sveglio sudata, afflitta e stanca
perché il torneo l'ha vinto la Mazza Bianca.
Il mio compagno sorride smaliziato
vedendomi convinta di un buon risultato
ma già al primo turno della selezione
penso sia meglio darmi all'equitazione.
Caro Maestro, tu me l'hai insegnato
ed il Sistema tutto io l'ho imparato;
però qualcosa non ho ancor capito:
quando la notte a letto mio marito
col palo lungo tenta la messa in mano,
lo debbo assecondare o pensi che sia vano?
Poi, dopo lo stripping e la mia apertura,
devo mostrargli il buco o andar dritta a chiusura?

D'invidia e di superbia la compagnia è piena
mentre potrebbe contenta far vita serena,
ma la ragione spesse volte non distingue
quello ch'è verità da male lingue,
perché col sangue caldo pare non abbia
la forza di tener quieta la rabbia
che esplode con parole troppo calde.
Ma se queste amicizie sono salde,
visto che il bridge accende il nostro ardore,
perché non ci trattiamo con più amore?!

Ora basta sul serio, ho terminato.
Spero solo d'avervi rallegrato
e che nessun possa sentirsi offeso
non per i lazzi che non ha compreso,
ma per il fatto che l'ho trascurato
visto che in queste rime non s'è ritrovato.
Pazienza, amici miei, non vi crucciate
che tanto ne vedremo di puntate!

Fine della prima puntata
Paola PITTORI

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