La licitazione

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CAPITOLO SECONDO

L'APERTURA DI 1 A COLORE

È sicuramente l'apertura più frequente. Il punteggio necessario per tale tipo di apertura va dai 13 p.O. e mano bilanciata (14 p.D.O. e mano sbilanciata) fino ad un massimo di 20 p.D.O., o meglio, fino all'apertura di "2 a colore" che viene effettuata con 21+ p.O. o con 4 o meno perdenti.
La distribuzione è qualsiasi, ad eccezione della mano bilanciata o semibilanciata di forza 16÷18 p.O. che viene aperta di 1 S.A.
Ricordiamo ora le regole fissate per la scelta del colore di apertura.
Lo STANDARD ITALIA è un sistema licitativo naturale a base lungo/corto; però tutti i colori licitati a livello uno possono essere quarti e, in qualche raro caso, anche terzi.
Se però l'apertore licita al secondo turno licitativo un nuovo colore a livello due o più alto (che non sia in appoggio ad un colore nominato dal compagno rispondente), ciò implica che il primo colore nominato è almeno quinto e che il secondo, normalmente, è almeno quarto.
In gergo bridgistico si dice che il secondo colore licitato a livello 2 o più alto, "allunga" il primo.
In presenza di due o più colori licitabili, si apre normalmente nel colore più lungo con eccezione delle mani deboli con una quinta nobile ed un palo minore più lungo con cui è meglio licitare per primo il palo nobile. Se infatti il compagno non ha l'appoggio quarto e liciterà 1 S.A., potremo licitare il palo minore e così facendo "allungheremo" le picche e potremo sollecitare dal compagno l'appoggio terzo.
Se i due colori sono di uguale lunghezza:
- se sono quarti, si apre nel colore più economico per avere ancora spazio licitativo per nomi- nare sempre a livello 1 il più  nobile senza per questo "allungare" il primo colore licitato;
- se sono entrambi  almeno quinti, si deve invece nominare per primo il più nobile perché si può poi nominare il minore al secondo turno licitativo anche con una mano debole.
Altre eccezioni alle regole sopraddette sono le seguenti:
- con mano debole, se il palo quarto è sguarnito, è più opportuno aprire nel colore meglio rappresentato in valori di testa, anche se composto di sole tre carte, per dare un buon attacco al compagno qualora la licita sia poi vinta dagli avversari;
- con mani bilanciate di 19÷20 p.O., se si possiede una distribuzione 4-3-3-3 con un palo nobile quarto o una 4-4-3-2  con i due pali nobili, bisogna aprire nel colore minore terzo per poi, sulla risposta a livello 1 del compagno, saltare a 2 S.A. o direttamente a manche a livello 4 con appoggio quarto nel nobile eventualmente licitato dal compagno.
- le tricolori 4-4-4-1 si trattano come le bilanciate e si aprono nel colore quarto più economico mentre le tricolori 5-4-4-0 vanno equiparate alle bicolori e si aprono in lungo corto nel seme quinto e, al secondo turno, si licita il colore quarto che meglio renda l'idea della forza della mano, ripetendo eventualmente il palo quinto qualora non si possano poi licitare a livello uno gli altri colori quarti e non sia possibile licitarli a livello due perché si darebbe una forza di rever che invece non si ha.
Per concludere facciamo ora alcune considerazioni sulla apertura di uno a colore.

Essa, nonostante abbia limiti molto ampi in punteggio e in distribuzione, non è forzante in quanto limitata superiormente e il compagno dell'apertore può passare se si rende conto che, anche con il massimo dell'apertura, non può essere chiamata una manche.
Infatti, uno dei principi del naturale è il seguente: quando un giocatore "limita la forza della sua mano, il compagno non è più tenuto a continuare la licita ma può dire "PASSO".

Qual è allora il punteggio minimo con il quale il rispondente può passare su una apertura di uno a colore?

Siccome essa può arrivare fino a 20 p.D.O. ed avere anche 4½ perdenti, il limite massimo di punteggio con il quale il rispondente può passare è quattro punti Onore (ma con un solo Asso è obbligato a licitare). Chiaramente, con mani molto sbilanciate ed un colore nobile lungo il rispondente dovrà licitarlo anche con minor punteggio perché potrebbe non essere escluso un contratto di manche se il compagno ha il fit ed è al massimo dell'apertura.

Nell'apertura di uno a colore, sia la distribuzione che la forza della mano sono ambigue: l'apertore si impegna a descrivere meglio la sua mano con la dichiarazione successiva. La scelta del colore da licitare è basata sul principio della economicità, sulla possibilità cioè di descrivere la propria mano al livello più basso, qualunque sia la risposta del partner.

Nella seconda licita è inoltre necessario, tranne qualche caso particolare, restringere anche il campo della forza in onori posseduti allo scopo di fornire un'indicazione essenziale al compagno: se debba passare al più presto, se debba chiamare la Manche o lo SLAM o se debba fare un tentativo (Trial-bid) nei casi dubbi.

A quanto detto c'è una eccezione: quando il compagno dell'apertore (il rispondente) ha effettuato con la risposta iniziale un cambio di colore a salto o ha licitato subito un nuovo colore a livello due, ebbene in questi casi si è impegnato a riparlare e l'apertore, pertanto, può tenere inizialmente bassa la successiva licita per ottenere maggiori informazioni sulla mano del rispondente, riguardo alla sua distribuzione ed alla sua eventuale forza senza sottrarre spazi licitativi che possono essere utilmente impiegati per descrivere compiutamente le mani dell'apertore e del rispondente.

Nelle considerazioni fatte, abbiamo accennato ai seguenti tre principi fondamentali che caratterizzano la dichiarazione naturale moderna e precisamente:

1. IL PRINCIPIO DELLA DICHIARAZIONE FORZANTE
  Una dichiarazione è forzante (anche se non necessariamente forte) quando obbliga il compagno a dichiarare almeno una volta (forcing un giro) o fino a livello partita (forcing Manche). Ciò si verifica, torno a ripeterlo, quando non c'è un limite superiore alla forza assegnata ad un'apertura  o ad una risposta.

2. IL PRINCIPIO DELL'ECONOMIA
  Questo principio è basato sull'economia delle dichiarazioni, coadiuvato dal principio della dichiarazione forcing. Ciò significa che sia l'apertore che il rispondente, per avere più spazi licitativi, non dovranno effettuare inutili salti per mostrare la propria forza.

3. IL PRINCIPIO DELL'AMBIGUITA'
  Anche questo principio è legato a quelli del forcing e dell'economia: spesso una dichiarazione non specifica la propria mano né come punteggio, né come distribuzione ed ha bisogno di una seconda o terza dichiarazione per chiarire e perfezionare le precedenti.

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